sabato 12 dicembre 2015

Suzuki Katana


   

    La Katana è la più famosa fra le spade dei samurai. Caratterizzata da una lunga lama ricurva a taglio singolo, veniva impugnata con una od entrambe le mani ed era portata assieme ad una spada più corta chiamata Wakizashi. La loro unione costituiva il Daisho, simbolo dell’onore e del potere dei samurai, guerrieri al servizio dei feudatari nel Giappone medioevale. Invece per i motociclisti cresciuti nel mito delle supersportive, il nome Katana non evoca la celebre spada appena descritta, ma uno dei modelli più famosi e controversi costruiti dalla Suzuki a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta: la GSX 1100 S Katana. Una moto dal design innovativo, che alla sua presentazione al Salone di Colonia del 1980 era avanti di almeno dieci anni rispetto alla concorrenza, ma abbinato ad una meccanica solida e robusta, le cui soluzioni tecniche rimandavano immediatamente al decennio appena trascorso. Se ad Hamamatsu avessero osato di più, magari utilizzando un motore raffreddato a liquido anziché il 4 cilindri della GSX 1100 E, seppur impreziosito dalla testa TSCC; oppure se avessero trasferito sulla seconda versione la sospensione posteriore monoammortizzatore della RG 500 che stava muovendo i primi passi in pista proprio in quegli anni, probabilmente oggi saremmo al cospetto di una pietra “ancor più miliare” nella storia del motociclismo. Ma Suzuki forse sta per capitalizzare il mito della sua “spada”: la Casa ha depositato di nuovo il nome Katana (ma anche quello “Gamma”).
Tornando però al passato, questa moto e la famiglia di modelli che portano lo stesso nome non sono stati capiti e hanno avuto uno scarso successo commerciale. In Europa le Katana sono rimaste in listino meno di un quinquennio, in America un periodo ancora più breve. Solo in Giappone la 1100 è stata prodotta fino al 2002, ovviamente in quantitativi ridotti, con numerose “pause produttive” e per una piccola schiera di appassionati. Poi una tiratura finale limitata a 1.100 esemplari, quanti la cilindrata effettiva della moto, ha messo definitivamente la parola fine alla sua storia. (fonte motociclismo.it)

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