domenica 26 giugno 2016
Moto Intinerari: Val Trebbia
Ai motociclisti, si sa, piacciono le curve, le belle strade, i bei paesaggi. E quale posto migliore della Val Trebbia, una lunga lingua di asfalto movimentata da migliaia di curve e controcurve che si snoda dall’Emilia Romagna alla Liguria attraverso una natura bellissima, per fare un bel giro in moto.
Circa un centinaio di chilometri di curve e paesaggi indimenticabili che comportano il solo rischio di creare assuefazione. Ma attenzione, perché specie nella bella stagione e durante i week-end, sono molti i motociclisti che finiscono per scambiare questo percorso per una pista, quindi non bisogna mai dimenticare di portare con se…. il necessario buon senso! Perché il rischio di agganciare un “insospettabile” smanettone lungo questa strada, da sempre teatro di tante sfide tra motociclisti lombardi e liguri con qualche velleità sportiva di troppo, è tutt’altro che improbabile. Sono ormai famosi i motociclisti del luogo, che magari su tranquille enduro sono sempre pronti a infilare l’appassionato di turno, forti di anni di esperienza su quella strada.
Ma dopo le necessarie spiegazioni del caso, veniamo a questo imperdibile itinerario. La strada 45, che unisce Piacenza a Genova seguendo il corso del fiume Trebbia, si può a tutti gli effetti definire un paradiso delle due ruote. Il panorama che si incontra attraversandola è tutto da ammirare, le curve si susseguono con un ritmo godibilissimo e divertente e l’asfalto stesso (di recente rinnovato in molti punti), di una grana bella grossa, assicura una tenuta invidiabile. La fama di questa zona è arrivata all’estero, e così è sempre più facile incrociare tra le tante curve che portano verso il mare Ligure, dei gruppi di motociclisti stranieri che si lasciano cullare dalle infinite curve.
Dopo Tortona, percorrendo la statale 461, il giro inizia nei pressi di Varzi. Superato il paesino si punta verso il Monte Penice, destinazione Bobbio. 23 km di strada a due corsie, ben asfaltati, in leggera salita e con una continua successione di splendide curve e tornanti, a ridosso del confine tra Emilia Romagna e Lombardia. Giunti a Bobbio, si incrocia la SS45 e da qui, girando a destra, si entra finalmente in Val Trebbia, evitando il primo tratto che parte da Piacenza, più brutto perché quasi tutto dritto e veloce.
La statale della Val Trebbia vanta origini storiche: fu infatti concepita e tracciata dai tecnici di Napoleone, che oltre alle famose capacità di stratega mostrò lungimiranza per il mondo civile. L’imperatore francese dava giustamente importanza alla rete stradale, sia per lo sviluppo commerciale sia per quello militare.
Lo scopo di questa strada fu quello di aggirare i pesanti dazi imposti all’epoca dalla provincia di Bobbio e dal regno sabaudo e favorire così i rapporti commerciali tra le diverse regioni e Stati. Da qui il nome di via Napoleonica.
Altro periodo storico che ha visto protagonisti questi territori è quello dell’ultimo conflitto mondiale, quando le truppe tedesche si ritirarono verso nord incalzate dagli eserciti angloamericani, e la Val Trebbia divenne un importante passaggio per le staffette e i portaordini dell’esercito che tedesco, che in sella ai loro sidecar Zundapp o BMW percorrevano queste strade.
Oggi Bobbio è una normale cittadina del piacentino, con i suoi bar, gelaterie e ristori, che nel week-end sono presi d’assalto dai nugoli di motociclisti accaldati, o utilizzai come teatro di infinite discussioni o semplicemente punto di riposo in attesa di qualche “trenino” interessante. Proseguendo si passano vari e caratteristici paesini come Marsaglia, Losso o Ponte Organasco, dove ogni bar è facilmente riconoscibile dai capannini di moto posteggiate fuori. Ma la Val Trebbia è troppo bella per essere catalogata come terreno di scontri per i motociclisti smanettoni.
Il modo migliore per viverla, che vale per tanti altri passi o precorsi stradali, rimane quello di godersi appieno il panorama, acquisendo il proprio ritmo senza forzature, lasciandosi andare a una guida figurata e divertente, rimanendo sempre ampiamente entro i propri limiti. Tutte piccole malizie che un appassionato esperto conosce e capisce perfettamente. E che oltretutto evitano gli spiacevoli incontri con le forze dell’ordine, attirate dal comportamento troppo pistaiolo dei centauri più agitati. Andando avanti nel percorso, si finisce per essere cullati dal piacere continuo del percorso, che fiancheggia continuamente il fiume e regala paesaggi pittoreschi, resi ancora più belli dai bellissimi riverberi e giochi di luce che nelle prime e ultime ore della giornata si manifestano.
E le mete finali possono essere svariate, Chiavari, Genova, Recco o le splendide Cinque Terre non sono che possibili arrivi di questo bellissimo giro che senza bisogno di sosta porta in Liguria fino quasi a Torriglia. Da qui in poi la continuazione dipenderà dalla meta scelta, se si preferisce arrivare in fretta al mare si continua sulla statale 45, che grazie a qualche breve allungo porta confortevolmente a destinazione. Se invece la fame di curve non si è ancora placata è possibile sfruttare un’altra serie di curve si prosegue per altri 10 km e a Gattona si seguono le indicazione per Uscio/Recco, sulla strada comunale A333. Il percorso è molto più lento e tortuoso, così come il fondo non è più sempre perfetto, ma il percorso è ricco di profumi e circondato per gran parte da due veri muri di verde. Fino a quando, come un regalo, all’ultimo momento spunta Recco e il mare e non rimane che scegliere cosa fare, perché dopo infinite piege è giunto il momento di rilassarsi, magari con un bel bagno, o di compiacere anche la gola con la tipica focaccia ligure.
(fonte Motociclismo)
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